
In Italia i bar caffetteria sono un’attività fruttuosa in quanto il caffè nel nostro paese è più di una semplice bevanda, è anche un simbolo di socialità e condivisione, ecco perché conviene aprire un bar caffetteria. Ma andiamo a vedere i dati!
Oggi il mercato nazionale vale già 5,2 miliardi di euro nel 2025 e, secondo le stime, crescerà fino a 6,13 miliardi entro il 2030, con un tasso annuo del 3,31%. Numeri che fanno riflettere, perché raccontano non soltanto la solidità del settore, ma anche le possibilità per chi sta valutando l’apertura di un bar o di una caffetteria.
Dietro alle cifre, però, ci sono variabili decisive. Il caffè, infatti, è un prodotto ad altissimo margine lordo – fino all’80%– e anche snack e dolci possono arrivare a garantire un 50% di margine.
Conviene aprire un bar caffetteria: il peso della coerenza tra marchio e target
Prima ancora di parlare di numeri, occorre ragionare sul posizionamento. Ogni quartiere, ogni città, ogni area geografica ha un pubblico con caratteristiche proprie. Se il format non risponde alle abitudini di consumo locali, la strada diventa in salita.
La coerenza tra marchio e target è quindi il primo nodo strategico. Un esempio significativo è quello de La Yogurteria Art Cafè, un franchising nato dalla collaborazione con Nescafé (Nestlé).
L’idea alla base è quella di superare i confini della yogurteria tradizionale e proporre un’offerta che si rivolge a un pubblico eterogeneo: bambini, giovani, adulti. Non si tratta di un semplice bar con yogurt gelato, ma di un vero format di caffetteria con un menù ampio, studiato per diversi momenti di consumo.
Per chi valuta l’apertura di una nuova attività, poter contare su un marchio forte e su un supporto strutturato è un elemento che riduce rischi e incertezze. Quindi conviene aprire un bar se ci si impegna a creare o se ci si affida a un format che offre un’ottima coerenza tra il marchio e il target di riferimento.
Quanto può guadagnare una caffetteria ben gestita?
Secondo le medie di mercato, un locale ben posizionato genera un fatturato annuo di circa 465.000 euro. Questi numeri sono possibili solo se si lavora con efficienza, perché l’elemento che più erode i margini non è la concorrenza, ma la gestione interna.
Gli sprechi di materia prima possono incidere fino al 30%, riducendo drasticamente la redditività. Pensiamo a errori nelle dosi, prodotti scaduti perché ordinati in eccesso, scorte mal conservate, preparazioni rifatte più volte per mancanza di standardizzazione. Ogni piccola inefficienza, sommata nel tempo, diventa un buco consistente nei conti.
Chi riesce a mantenere margini netti tra il 10% e il 20% ha alle spalle una gestione rigorosa delle scorte, personale formato, processi ottimizzati.
La differenza tra un bar che funziona e uno che ha difficoltà nel mantenersi in piedi non sta tanto nella quantità di clienti serviti, ma nella capacità di trasformare ogni tazzina, ogni snack, in un ricavo che non si disperde nei costi superflui.
Il mercato del caffè fuori casa
Gli italiani consumano in media 6 kg di caffè a testa ogni anno, equivalenti a circa 4 tazzine al giorno per persona. Il 71% di questo consumo avviene in casa, mentre il 29% si concentra fuori casa: bar, uffici, caffetterie.
Questa quota, apparentemente minoritaria, rappresenta però un valore altissimo perché ogni tazzina al bar ha un prezzo al dettaglio molto superiore al costo della materia prima. È qui che il margine diventa interessante.
Il problema è che non tutti i consumatori scelgono il bar solo per la qualità del caffè. L’esperienza complessiva conta almeno quanto la bevanda: ambiente, varietà dell’offerta, tempi di servizio, elementi di innovazione. Un locale che si limita a servire espresso e cappuccino rischia di diventare invisibile in un mercato saturo.
Le variabili della redditività di un bar caffetteria
Per capire se conviene aprire un bar caffetteria è necessario comprendere quali sono le variabili di reddittività.
Ad esempio, il primo passo per una buona reddittività è la scelta dei fornitori. Bisogna valutare sempre dei fornitori che possano fornire un ottimo rapporto tra qualità e prezzo. Se si apre un’attività da soli bisognerà fare un’attenta valutazione di tutti i fornitori, dei loro prezzi e della qualità dei prodotti.
Invece, se si sceglie di collaborare e di aprire in franchising con marchi come La Yogurteria Art Cafè, si avrà accesso a fornitori selezionati che offrono prodotti di alta qualità a un prezzo concorrenziale, dovuto al fatto che questi non servono solo un punto vendita, ma tutti i punti vendita del marchio. In questo modo, si hanno dei costi inferiori alla media e si aumenta la redditività sul prodotto.
Il secondo punto da considerare è la pianificazione degli ordini sulla base di dati reali, la rotazione dei prodotti e un sistema di monitoraggio costante riducono drasticamente gli sprechi, questo è incluso nella gestione del magazzino che deve essere fatta sempre in modo attento e con procedure specifiche.
Un altro punto a favore della redditività e la formazione del personale. Infatti, non basta avere bravi baristi: serve un team capace di rispettare standard di servizio, proporre le novità, raccontare i prodotti e lavorare con precisione. La formazione deve riguardare sia la parte tecnica sia la comunicazione con il cliente.
Per aumentare redditività e soddisfazione dei clienti bisogna ridurre i tempi di preparazione, standardizzare le ricette, organizzare le postazioni in modo funzionale: tutto questo consente di servire più clienti senza sacrificare la qualità.
Infine, ricorda che un menù troppo generico non attira, uno troppo complesso confonde. Serve equilibrio: abbastanza varietà da soddisfare target diversi, ma con una coerenza che renda l’identità del locale chiara e riconoscibile.
Come differenziarsi e attrarre clientela
Chi lavora solo sulla fascia della colazione spreca buona parte del potenziale giornaliero. Una caffetteria che propone yogurt, smoothie, snack salati, dolci al cucchiaio o bevande particolari può intercettare la clientela di metà mattina, del pomeriggio e della sera.
Inoltre, ricette firmate o le collaborazioni con marchi internazionali rendono l’offerta unica. Non è un dettaglio: un prodotto che non si trova altrove giustifica un prezzo più alto e stimola la curiosità.
Si deve lavorare anche a creare un’ambiente riconoscibile e in linea con l’immagine del target. L’arredo, la musica, la disposizione degli spazi: tutto concorre a definire l’identità del locale. Un ambiente coerente con il target rafforza la fidelizzazione e trasforma un cliente occasionale in abituale.
Inoltre, un ruolo sempre più importante lo ricopre anche la tecnologia: menù digitali, sistemi di fidelizzazione via app, ordini smart: sono strumenti che aiutano a comunicare meglio e a raccogliere dati sui clienti, utili per campagne mirate.
I rischi per chi non gestisce bene
Aprire un bar resta un investimento impegnativo. Se la gestione è superficiale, i margini si assottigliano rapidamente. Affitti elevati, personale non formato, scorte non controllate: basta poco per trasformare un’attività promettente in un esercizio che fatica a coprire i costi fissi.
Le statistiche lo confermano: una parte significativa delle nuove aperture non supera i primi tre anni di vita. Questo accade non perché manchi la domanda, ma perché l’offerta non è sufficientemente strutturata. Quindi prima di capire se conviene un bar caffetteria è necessario strutturare un piano attento per un’attività che ti permetta di raggiungere i giusti livelli di redditività e possa crescere nel corso del tempo.
La Yogurteria Art Cafè: un modello di caffetteria innovativa
Quando si parla di aprire una caffetteria, spesso il primo pensiero va al bar tradizionale, con il bancone, l’espresso veloce e i cornetti del mattino. Una formula che funziona da decenni, ma che oggi mostra i suoi limiti in termini di differenziazione e capacità di attrarre target eterogenei.
È in questo scenario che si inserisce La Yogurteria Art Cafè, un format che punta a unire la forza del caffè a quella di un prodotto versatile e amato come lo yogurt gelato, proponendo un modello che va oltre il concetto classico di bar.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra La Yogurteria e Nescafé, brand internazionale del gruppo Nestlé. Questo legame non rappresenta soltanto un vantaggio in termini di notorietà, ma porta in dote un know-how tecnico e una gamma di soluzioni che permettono all’imprenditore di partire con una struttura solida.
L’offerta non si limita al caffè o allo yogurt: l’obiettivo è creare un punto di incontro dove convivono momenti di consumo diversi e un menù capace di intercettare famiglie, studenti, lavoratori e turisti.
Il caffè resta al centro, ma viene arricchito da varianti esclusive, sviluppate insieme ai Coffee Ambassador Nescafé, professionisti che hanno studiato ricette personalizzate pensate per distinguere il format dalla concorrenza.
A queste si affianca lo yogurt gelato, proposto in versioni sempre nuove, arricchito da topping e abbinamenti stagionali. In questo modo il locale non vive solo durante la colazione o l’orario del pranzo, ma mantiene un flusso costante di clienti anche nel pomeriggio e nella fascia serale.
Uno dei punti di forza è la capacità di parlare a più segmenti di pubblico. I giovani trovano nelle proposte innovative e personalizzabili un motivo di attrazione; le famiglie apprezzano l’offerta che combina caffè, dolci e yogurt in un ambiente accogliente; i professionisti possono fermarsi per una pausa veloce ma di qualità. Questa versatilità riduce la dipendenza da una singola fascia oraria e aiuta a stabilizzare gli incassi.
La vendita non è lasciata al caso: ogni store è supportato da una comunicazione in-store mirata, con monitor digitali, menù dinamici e strumenti pensati per stimolare l’acquisto e promuovere le novità. Non si tratta quindi di un semplice arredamento accattivante, ma di una strategia di visual communication che guida il cliente e valorizza l’offerta. La differenza rispetto a una yogurteria tradizionale è sostanziale: qui non si entra solo per uno spuntino pomeridiano, ma per vivere un’esperienza completa da caffetteria, con un’identità forte e riconoscibile. Il posizionamento si allontana dalla stagionalità tipica dello yogurt e diventa stabile, con un’offerta che rimane interessante durante tutto l’anno.
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