Quanto costa aprire un’attività in franchising?
Quando si vuole avviare un business è normale che tra le prime domande che sorgono ci sia: quanto costa aprire un’attività in franchising.
Come per ogni tipologia di attività che sia commerciale o dedicata alla vendita di servizi, bisogna valutare bene i costi iniziali che saranno necessari come investimento iniziale.
In questa guida vediamo nel dettaglio quali sono i costi da considerare prima di aprire un’attività in franchising, quali sono i costi iniziali, quelli operativi e burocratici.

Quanto costa aprire un’attività in franchising. Costo del diritto di ingresso o fee d’ingresso
Uno dei principali costi da considerare è quello relativo al diritto d’ingresso ossia una fee da pagare al franchisor per riuscire a ottenere il diritto per usare il marchio e accedere al modello di business del brand.
Questo costo può essere differente a seconda di: settore, notorietà del marchio, servizi offerti dal brand. In base a queste considerazioni, dunque, i costi possono essere estremamente variabili e vanno valutati in modo attento in base appunto a quello che include la fee d’ingresso.
In linea generale, nella fee d’ingresso sono inclusi: formazione iniziale, supporto operativo, utilizzo del marchio, business plan, manuale operativo, strategie di marketing, assistenza nella scelta della location, accesso a strumenti operativi e software di gestione.
Per quanto riguarda i costi, in media, vanno da un minimo di 5 mila euro fino ad oltre 100 mila euro.
Investimenti iniziali e attrezzature
Dopo aver versato il diritto di ingresso, l’affiliato in genere deve sostenere ulteriori spese per l’allestimento del punto vendita o della sede operativa. I costi possono variare sensibilmente in base alla tipologia di franchising:
- Retail e negozi fisici: allestimento del locale, arredi, insegne, scaffalature e materiali promozionali (dai 20.000 ai 100.000 euro o più).
- Ristorazione: attrezzature di cucina, arredamento, conformità sanitaria (da 50.000 a 250.000 euro).
- Servizi e consulenza: attrezzature da ufficio, software, dispositivi informatici (da 5.000 a 30.000 euro).
Bisogna considerare come nell’ambito del franchising spesso i costi delle attrezzature e dell’arredamento viene calcolato a metro quadro.
Ad esempio, nell’ambito del retail spesso vengono richieste cifre che vanno dai 200 euro ai 600 euro a metro quadro per l’allestimento del negozio nel suo complesso.
In altri franchising, invece, non è necessario pagare fin da subito il costo di arredi e attrezzature. Ad esempio, il marchio La Yogurteria ti offre la possibilità di azzerare questa spesa iniziale e di pagarla mensilmente attraverso il noleggio operativo.
Il noleggio operativo è possibile grazie ad un accordo che il marchio fa con istituti di credito ed enti finanziatori, che anticipano la somma e che permettono al franchisee di pagare il noleggio mensilmente.
Un vantaggio del noleggio mensile è dato dal fatto che non ci si fa carico dei costi di attrezzatura e del mobilio nell’investimento iniziale e la spesa si può ammortizzare mensilmente con i ricavi dell’attività.
Canoni periodici e royalty nel franchising
Quando si sceglie di accedere a un franchising è necessario considerare che vengono richiesti anche dei canoni di gestione periodici sotto forma di royalties mensili.
Le royalties mensili vengono calcolare in forma percentuale sul fatturato netto che l’azienda ottiene.
Le royalties vanno da un minimo del 1% e possono raggiungere anche il 10% del fatturato mensile in base agli accordi che il marchio prende con l’affiliato.
In alcuni franchising, ad esempio non ci sono royalties da pagare, quindi queste sono pari a 0 e bisogna semplicemente pagare le spese iniziali senza alcun canone periodico di gestione.
Le royalty possono essere richieste non solo per le spese di gestione, in alcuni franchising viene richiesto anche un contributo per la pubblicità e per il marketing che oscilla tra l’1% fino al 5% del fatturato netto mensile.
Affitto e spese di gestione della sede
Quando si sceglie di aprire un’attività in franchising bisogna considerare che ci sono delle spese che devono essere sostenute da sé per l’apertura effettiva della propria sede. Nello specifico, a meno che non si tratti di un’attività in affiliazione online, per aprire un negozio o un locale bisogna considerare i costi dovuti per l’affitto o le spese di gestione della sede.
L’affitto è una delle soluzioni che vengono più adottate dai neoimprenditori in quanto non richiede di fare un mutuo. In media, l’affitto cambia a seconda della città e della zona in cui si sceglie il locale, quindi, va da un minimo di 500 euro fino a raggiungere anche cifre che vanno oltre i 10 mila euro al mese.
Se invece si sceglie di acquistare un locale allora si dovranno considerare le spese iniziali per l’acquisto del locale che possono andare dai 50 mila euro fino a superare il milione di euro.
Per quanto riguarda le altre spese di gestione da considerare ci sono le utenze: energia elettrica, gas, acqua, la connessione a internet. Infine, bisogna valutare quelle per il personale che richiedono il pagamento degli stipendi, dei contributi previdenziali e quelli pensionistici. I costi dipendendo dal numero di dipendenti che si sceglie di assumere e dal contratto che gli si fa siglare sulla base del CCNL di riferimento.
I costi burocratici
Tra i costi da considerare ci sono quelli burocratici. In questo caso è necessario considerare tutte quelle spese che sono legate alle procedure legali per aprire una posizione fiscale e per richiedere di dovuti permessi a seconda della tipologia di attività che si vuole aprire. Tra i principali costi burocratici ci sono:
- Partita IVA e Iscrizione alla Camera di Commercio
- Apertura delle posizioni INPS e INAIL
- Eventuali procedure per l’apertura di una società come una SRL o una SNC se non si vuole avviare una ditta individuale
- Costi per l’esposizione dell’insegna
- Costi dovuti ad eventuali permessi per occupazione del suolo pubblico (ad esempio se si mettono i tavolini su una piazza o una strada pedonale)
- Eventuali corsi HCCP (per le attività che prevedono uso e trasformazione degli alimenti).
- Autorizzazioni SAB (per le attività che prevedono uso e trasformazione degli alimenti).
In media i costi burocratici per aprire un’attività in franchising possono andare da un minimo di 2 mila fino a oltre 4 mila euro circa.
Quali sono i costi definitivi?
Abbiamo visto quanto costa aprire un franchising valutando le diverse voci. Ma conviene e soprattutto quali sono i costi definitivi? In media possiamo dire che aprire un franchising va da un minimo di 15 mila euro (circa) e può superare i 100 mila euro, fino ad arrivare a migliaia a secondo di innumerevoli fattori.
Il consiglio, in ogni caso, è sempre quello di scegliere franchising che palesano fin da subito in modo chiaro i costi iniziali e quelli da sostenere nel corso del tempo.
Infine, sempre meglio affidarsi a marchi, come La Yogurteria, che aiutano i franchisee a comprendere le diverse voci di costo, anche quelle da sostenere singolarmente e fornisce la giusta formazione e un business plan utile per capire sia quanto investire sia come man mano rientrare nell’investimento fatto inizialmente.
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